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Mimma Alessandra |
Recensione a cura di
Maria Teresa Palitta
(Giornalista e critico d'arte - Roma)
(Roma 2002)
"Energie separate"
Nata a Biancavilla (CT) e ordinaria di
discipline artistiche, Mimma Alessandra espone dal 1965 il personale emblema
primario dell’universo, con frutti, fiori ed erbe, riscuotendo l’effetto-risonanza
che si addice ai cantori della Genesi. Estasiata dinanzi al quadro multiforme
(dalla montagna al lago) incarna il fattore mediterraneo con le sue albe
segrete, che esplodono nella memoria divenendo fiamma e luce nell’incandescenza-vita
dalla quale si diramano i segreti della Creazione. La Sicilia emerge,
trasfigurata dall’amore, e i tocchi solenni del messaggio corrispondono in
pienezza alla carta magna dell’eternità: tutto è a lode di Dio che ha fatto
cielo e terra. Ed ecco i riverberi del suo amore stabilire un punto fisso nei
lavori a spatola, della cui bellezza ci siamo avvalsi per introdurre Mimma Alessandra
tra i maestri del colore. Di lei possiamo tessere le lodi essendo la
sua arte un modulo laudativo alla cui base si alterna l’onda sonora della
tenacia al ritmo sommesso della meditazione, dote necessaria perché si possa
definire Arte ciò che appare sulla tela e non è "parvenza" ma
realtà immediata che avvolge lo spettatore nel più struggente dei sogni.
Impressionismo e lirismo si fondono. Il bosco e la valle sono il
mirabile progetto che in definitiva ospita la flora; e quindi il giardino di
orchidee, le farfalle e l’oggettistica, sontuosa tra le "nature" per
le quali abbiamo coniato una nuova definizione: "energie separate", da
una parte la radice, dall’altra il seme, celato nelle corolle o nel melograno,
a sigillo di un compimento che ha avuto luogo durante la freschezza e non il
decadimento.
Sempre le "nature" (universalmente definite
"morte") offrono l’onda sonora del richiamo, unitamente alla costa
tirrenica, alla Val Gardena o al torrente alpino, retaggio della memoria,
inserito magistralmente nello stile del Sud, materico e sublime, sanguigno e
aromatizzato, conseguente all’immensità del sole e alle attese colme di
fragranze e vissute con la rapidità del suono che consente alla pittrice di
modellare (a tocchi sporgenti) panorami e petali. quasi un cantico delle
creature, risaltante e coinvolgente come un crescendo rossiniano.
Attrae la potenza delle sue tele, quasi un crogiolo che prova il
gioiello dell’orafo e lo trasmette, per il mistero dell’oltre, giacché
nulla si distrugge e tutto si trasforma, anche l’opera delle nostre mani, che
parte dall’essenza e torna ad essere essenza.
Mimma Alessandra, insegnante di discipline artistiche, da Biancavilla (CT) venne a Roma, qualche tempo fa, ed espose le sue opere in via del Corso 45 (Accademia Internazionale S. Agostino). Un quarantennio di spettacolo, a livello interiore, evidenziato nei quadri ad olio su tela. Dimensione stilistica ad alto livello: multipla nei riflessi, agevola il punto-luce mediante la tematica, decantando i giardini di cui è ricca la Sicilia, e attribuisce ad essi una potenza lirica che caratterizza l'opera. Sensibile ed estrosa nei movimenti, in forma esemplare adotta il meccanismo del vigore, ed espande la radice, irradiando vita e perpetuando l'essenza. L'energia in lei è fattore sublime, compimento stilistico, che onora l'oggetto e lo fa assurgere a monumento, in modo da tradurre l'insieme in cantico spirituale. Tenace nella disciplina, fa emergere l'essenza da un tripudio di tocchi che si aggregano, a cuspide, e si abbassano, in acque, la cui intensità suggella il paesaggio. Spesso canta altri luoghi, e il reale diviene surreale, palpito che dà vita all'immagine e tesse lo splendore, sulle sequenze scelte, sospinta dalla sacralità dell'anima e tenace nell'adempiere e nel porre la natura come elemento essenziale: è il podio su cui Dio ha stabilito l'uomo. Da qui parte il racconto e si fa lode nella tenerezza del cielo che riflette terra e acque, così sembra, nell'abbraccio arcano del sole, che a tratti diventa fuoco, con venature sanguigne, nella libertà astrale che sovrasta luoghi e popoli. Sono opere dal vibrato misterioso: non hanno un ruolo qualunque; esse aspirano all'anima. Vogliono penetrare in chi le osserva e si appropria della luce. In realtà, i tratti luminosi che le compongono, sono i passi equilibrati della crescita; l'intersecazione perfetta tra immagine ed essenza: l'Artista, nulla percepisce che poi non disponga, come mensa di ricche vivande; come baluardo di salvezza, nel tempo del timore; come acquasantiera in cui attingere il fluido misterioso della sapienza. La luce in Arte è lo stemma di Dio. Chi lo imprime nelle opere anela alla salvezza. In realtà si salva. I cantori della Creazione passano tra due schiere luminose, che compongono l'opera non per se stessi, ma per ogni creatura che ne voglia godere il riflesso. Le opere di Mimma Alessandra sono come un fuoco dinanzi al quale si disciolgono i ghiacci della memoria e si diventa umani. Eseguite a tratteggio, come gradini ad oriente, cantano l'inno della fecondità interiore. Sono opere che hanno il sacro alimento del genio.