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Mimma Alessandra |
Recensione a cura di
Anna Francesca
Biondolillo
(Critico d'arte - Palermo)
(Palermo 2003)
Un'estrema
ricercatezza stilistica porta le opere di Mimma Alessandra ad una collocazione
inerente ad un impressionismo rivisitato attraverso un sapiente, e indubbiamente
inedito, uso della tecnica a spatola.
La pittrice, nata a Biancavilla (CT), figlia di un maestro decoratore,
conseguito il diploma presso l'Istituto d'arte di Catania non appena ventenne
ottiene la docenza all'insegnamento di discipline pittoriche.
Giovanissima si dedica alla pittura e ben presto le sue opere
vengono notate ai vari concorsi di pittura riuscendo in breve tempo ad allestire
importanti mostre personali nelle quali evento dopo evento l'Artista arriva a
concepire un personale linguaggio pittorico strettamente legato alla Sicilia,
alla mediterraneità. Il tema ricorrente ad una prima analisi delle opere
dell'Artista risulta essere indubbiamente la natura, una natura carpita e
rappresentata in tutti i suoi mutamenti. Fiori e fauna della sua terra non sono
altro che soggetti indispensabili alla rappresentazione di una vitalità
prorompente, di un impatto cromatico realmente ipnotizzante. La sua pittura,
attraverso, un linguaggio apparentemente impressionista, ma indubbiamente
originale nella resa cromatica, ha in corpo l'incanto dei paesaggi mediterranei
e tutta la vitalità degli esseri viventi. Ma è proprio grazie alla tecnica
usata negli ultimi anni che Mimma Alessandra può tranquillamente annoverarsi
tra gli ultimi rappresentanti di un'arte innovativa pur essendo legata a
tecniche pittoriche del '900. La capacità, infatti, di restare ancorata alla
tradizione classica della tecnica ad olio resa attraverso una matericità dalla
quale si evince un indiscusso equilibrio strutturale dell'opera, è prova non
soltanto di un grande talento ma anche di una gestualità attribuibile solamente
ai grandi dell'action painting seppur con finalità descrittive diverse.
Nelle opere dell'Artista, infatti l'armonia e il senso del ritmo dato ora dai
contrasti ora dagli accostamenti di colori caldi nei quali traspare il mondo
interiore della pittrice, può essere considerato il principale late motiv.
Era una calda mattina primaverile quando arrivata in galleria vidi le opere di
Mimma Alessandra. Le opere stavano per essere esposte nella sala principale
della galleria. Un raggio di sole filtrando dalla finestra illuminava rendendo
prezioso qualsiasi colpo di spatola di un paesaggio innevato dell'Artista.
Essendomi subito informata dell'appartenenza delle opere accettai senza indugio
l'impegno di occuparmi della critica. Ad essere sincera non impegnai molto tempo
a convincere il direttore della galleria ad esporre una grande tela intitolata
"Castore e Polluce", nella quale si evince da parte dell'Artista una
forte attrazione nei confronti dell'archeologia, proprio nella stessa sala nella
quale era appena stata esposta la già citata "Nevicata". Ad una
prima lettura, ritrovandomi a visionare tre tele di vari formati, le opere di
Mimma Alessandra appaiono fortemente intrise di una forte creatività,
conseguenza non soltanto di un formidabile impulso artistico ma anche di una
grande preparazione tecnica e quindi pittorica. Poi ad una seconda e di
conseguenza più attenta lettura si evince facilmente la vera essenza della
donna Mimma Alessandra, la sua inarrestabile spontaneità, la sua autentica
indole d'Artista viene facilmente svelata, quindi, dai suoi colpi di spatola,
nei quali emerge non soltanto una sicurezza stilistica ma anche una sincerità
umana difficilmente trovabile nella maggior parte degli artisti contemporanei.
E' come, infatti, se l'Artista avesse imprigionato, attraverso il sapiente uso
cromatico, il suo stato d'animo, la sua perenne spontaneità seppur mutevole in
ciascuna opera.
Nell'opera "Nevicata", una certa sensazione di
purificazione viene rappresentata con energica vitalità compositiva attraverso
il vigoroso e allo stesso tempo delicato e preciso uso del bianco (puro simbolo
di candore) dosato con incredibile maestria attraverso l'uso della spatola.
Piccoli tocchi di colore (dal verde all'arancio) emergono dal manto innevato per
trasmettere anche al meno sensibile degli spettatori la sensazione della vita
eterna. Un vero trionfo di gialli, di verdi in un susseguirsi di forti ed
equilibrati contrasti cromatici fanno parte della struttura portante dell'opera
"Ginestre" nella quale Mimma Alessandra offre allo spettatore varie
tonalità suggestive piene di luce calda fortemente descrittiva della macchia
mediterranea.
Sembra che l'opera risulti essere un vero inno di ringraziamento di
un'Artista amante del creato il quale se ne fa interprete attraverso tutto il
suo lirismo pittorico ed artistico.
La maestosità del tempio proiettato contro un cielo illuminato da
bagliori simili agli ultimi sussulti del giorno, il verde delle valli riscaldati
da un cromatismo caldo grazie al quale l'artista sembra quasi non aver
intenzione di tralasciare gli ultimi raggi di sole morente ed indubbiamente
generoso come quello siciliano, sono le tematiche insieme al filone relativo
all'archeologia, più che mai caro all'artista, le quali la spingono ad essere
identificata sia nel ruolo di studiosa che di pittrice contemporanea.
Nell'opera "Castore e Polluce", Mimma Alessandra dimostra
non soltanto delle grandi capacità paesaggistiche ma anche una grande dote,
quella di saper trarre dalla natura quel soffio vitale presente in ciascun
elemento del creato, sia esso naturale o umano, avendo la straordinaria
capacità, tipica solamente dei grandi artisti, di renderlo visibile agli occhi
di tutti, o quanto meno alla sensibilità di tutti coloro che al di là di
un'accattivante resa cromatica sanno riscontrare in un'opera tutta la vitalità
e la pura spontaneità di un talento vanto di una terra natale di molti grandi
maestri, produttrice di grandi contrasti e grandi contraddizioni che attraverso
le stesse proprie anomalie è in grado solamente di generare ed ispirare opere
immortali, sempre attraverso un lirismo ed un'aggressività, già ampiamente
descritta da memorie letterarie Gattopardiane o dall'indiscutibile prorompenza
storica letteraria di Leonardo Sciascia. Mimma Alessandra, indubbiamente, senza
alcun intento storico-sociale, ma con una ben determinata forza
tecnica-stilistica è testimonianza di una mediterraneità di una vitalità
siciliana raccontata già in passato da grandi come Renato Guttuso e Giuseppe
Migneco, testimonianza di una semplicità stilistica (in netto contrasto con un
mondo artistico sempre più incomprensibile) e di una non indifferente forza
espressiva.