Mimma Alessandra

Antologia 2004

Edizioni Movimento Salvemini

UN.I.A.C.

ROMA

Pubblicazione da pag. 9 a  pag. 11

 

Copertina

 

Pag. 9

Pag. 10 Pag. 11

Opere pubblicate:

"Paesino calabro",  olio su tela (a spatola),  cm. 70 x 100,  2001  
"Ginestre",  olio su tela (a spatola),  cm. 70 x 100,  2001 
"Tempio di Giunone Lacinia (Agrigento)",  olio su tela (a spatola),  cm. 70 x 100,  2002  
"San Vito Lo Capo (Trapani)",  olio su tela (a spatola),  cm. 70 x 100,  2001 

   Nata a Biancavilla (CT) e ordinaria di discipline artistiche, Mimma Alessandra espone dal 1965 il personale emblema primario dell’universo, con frutti, fiori ed erbe, riscuotendo l’effetto-risonanza che si addice ai cantori della Genesi. Estasiata dinanzi al quadro multiforme (dalla montagna al lago) incarna il fattore mediterraneo con le sue albe segrete, che esplodono nella memoria divenendo fiamma e luce nell’incandescenza-vita dalla quale si diramano i segreti della Creazione. La Sicilia emerge, trasfigurata dall’amore, e i tocchi solenni del messaggio corrispondono in pienezza alla carta magna dell’eternità: tutto è a lode di Dio che ha fatto cielo e terra. Ed ecco i riverberi del suo amore stabilire un punto fisso nei lavori a spatola, della cui bellezza ci siamo avvalsi per introdurre Mimma Alessandra  tra i maestri del colore. Di lei possiamo tessere le lodi essendo la sua arte un modulo laudativo alla cui base si alterna l’onda sonora della tenacia al ritmo sommesso della meditazione, dote necessaria perché si possa definire Arte ciò che appare sulla tela e non è "parvenza" ma realtà immediata che avvolge lo spettatore nel più struggente dei sogni.
   Impressionismo e lirismo si fondono. Il bosco e la valle sono il mirabile progetto che in definitiva ospita la flora; e quindi il giardino di orchidee, le farfalle e l’oggettistica, sontuosa tra le "nature" per le quali abbiamo coniato una nuova definizione: "energie separate", da una parte la radice, dall’altra il seme, celato nelle corolle o nel melograno, a sigillo di un compimento che ha avuto luogo durante la freschezza e non il decadimento.
   Sempre le "nature" (universalmente definite "morte") offrono l’onda sonora del richiamo, unitamente alla costa tirrenica, alla Val Gardena o al torrente alpino, retaggio della memoria, inserito magistralmente nello stile del Sud, materico e sublime, sanguigno e aromatizzato, conseguente all’immensità del sole e alle attese colme di fragranze e vissute con la rapidità del suono che consente alla pittrice di modellare (a tocchi sporgenti) panorami e petali. quasi un cantico delle creature, risaltante e coinvolgente come un crescendo rossiniano.
   Attrae la potenza delle sue tele, quasi un crogiolo che prova il gioiello dell’orafo e lo trasmette, per il mistero dell’oltre, giacché nulla si distrugge e tutto si trasforma, anche l’opera delle nostre mani, che parte dall’essenza e torna ad essere essenza.

Maria Teresa Palitta
(Critico d'arte - Roma)